Borse europee, buon consolidamento nel periodo post FOMC

Giusy Neri

Le Borse europee hanno sfruttato le settimane successive al FOMC per poter consolidare le proprie posizioni acquisite dopo il rialzo dei tassi di interesse di riferimento da parte della Federal Reserve. Peraltro, la stagione delle novità (gradite) ha coinvolto anche l’Olanda, apripista nel ricco calendario di elezioni europee, che ha ridimensionato le forze politiche anti europeiste. I mercati azionari del Vecchio Continente hanno dunque potuto vivere un clima più disteso, recuperando terreno soprattutto sui listini periferici.

Scendendo più nel dettaglio in ottica italiana, ricordiamo come la settimana successiva al FOMC / elezioni olandesi, il listino domestico abbia “digerito” le prime reazioni al giro di nomine che ha coinvolto le grandi società controllate dal Tesoro. A risentirne più di tutte è stata Leonardo (ex Finmeccanica), con l’uscita di Moretti sostituito dall’ex banchiere Profumo.

Più complessivamente, a livello europeo, il settore Oil & Gas ha registrato qualche tentennamento in termini di prestazione, a causa dei crescenti dubbi sulla tenuta del prezzo del petrolio, che a sua volta ha lungamente risentito del nuovo incremento dell’attività di perforazione negli Stati Uniti (shale oil) e di qualche atteggiamento impaziente dell’Arabia Saudita, principale produttore, che ha detto di non voler più compensare con la propria produzione i mancati tagli degli altri produttori che avevano aderito al Cartello. Bisognerà dunque comprendere anche nelle prossime settimane se gli USA stanno accelerando nella produzione così da approfittare del minore output stabilito dai principali esportatori OPEC e non OPEC.

Di contro, nelle ultime settimane si è registrato un andamento positivo il comparto alimentare grazie al trend di recupero dei consumi in Europa e alla pubblicazione di risultati societari positivi. La prestazione è positiva anche per il comparto immobiliare, che viene ancora sostenuto dalla generalizzata ripresa economica e dal progressivo spostamento delle istituzioni europee attualmente con sede a Londra nelle principali città continentali post Brexit.

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