I tre peggiori falsi miti sul posizionamento sui motori di ricerca

jenny

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Il posizionamento sui motori di ricerca non è una disciplina a sé, né tanto meno un’azione che inizia e finisce in una sola volta. Al contrario, è l’insieme di competenze e tecniche che, coordinate tra loro, consentono ad un sito web di migliorare le prestazioni e, di conseguenza, le conversioni, le vendite, i profitti ecc.

Dal momento che è una disciplina dinamica, questa richiede una spiccata predisposizione a studiare e ad imparare sempre nuove nozioni, strategie o tecniche. Ciò nonostante l’ambiente continua a perpetuare una serie di false convinzioni difficili da sradicare e che riguardano l’argomento più ghiotto di tutti, ovvero i fattori che influenzano il posizionamento SEO.

Ecco perché abbiamo raccolto i più famosi e abbiamo pensato, una volta per tutte, di sconfessare queste tre errate credenze. Ovviamente ce ne sarebbero molte di più di cui discutere ma, per questo focus, abbiamo preferito selezionare quelli che provocano un certo fascino, soprattutto tra chi è alle prime armi.

1.      Bisogna sempre pubblicare contenuti, a qualsiasi costo!

Sono in tantissimi a raccomandare una cadenza frequente e ostinata di contenuti sul proprio blog o sito, con una incredibile “smania” per gli orari di pubblicazione. Sono anche tantissime le persone che riempiono quotidianamente il proprio sito di nuovi contenuti nell’errata convinzione che questo zelo possa in qualche modo portare risultati in termini di posizionamento.

Magari il ragionamento che si cela dietro questa convinzione richiama la popolare “legge dei grandi numeri” per la quale maggiori sono i tentativi e maggiori saranno le possibilità di riuscita. Ebbene questa convinzione è del tutto errata oltre che fuorviante.

Difatti la cadenza e la quantità di contenuti, così come la frequenza assidua non hanno nulla a che fare con il posizionamento, soprattutto se questa smania ci fa perdere di vista il focus, la coerenza e l’attinenza con le parole chiave.

2.      Basta scrivere buoni contenuti per posizionarsi

Un altro errore di valutazione è quello che riguarda la qualità dei contenuti quale fattore esclusivo di posizionamento. Certo è vero che la qualità di ciò che scrivi debba essere cruciale ma se ti concentri solo su questo aspetto rischi di perdere tutto il resto, ovvero tutti gli altri fattori di posizionamento tecnici e strategici. A chi interessa un buon contenuto se non riesce a trovarlo? Cerca quindi di mediare tra la SERP da scalare, la correttezza informativa e la fluidità della navigazione. Ma non solo.

3.      I post lunghi sono migliori di quelli brevi

Infine si ritiene troppo spesso che i contenuti lunghi siano più efficaci di quelli brevi. Come mai? Forse questa possiamo considerarla una mezza verità dal momento che i post lunghi siano effettivamente ricchi di vantaggi.

Essi offrono una completezza informativa e rassicurano l’utente sulla fondatezza di ciò che legge ma, al tempo stesso, potrebbero rivelarsi un’arma a doppio taglio. Il punto da considerare riguarda come gli utenti sono soliti comportarsi online, ovvero in che modo si approcciano ad un sito web. Generalmente il web ci ha abituati a trovare subito l’informazione che cerchiamo e per “subito” intendiamo una manciata di secondi.

Quindi quando apriamo un contenuto il nostro sguardo salta molto velocemente alla parte di testo che risponde al nostro bisogno informativo. Al tempo stesso compiamo uno sforzo maggiore di lettura sullo schermo riflettente e, quindi, un post di tipo long form deve tener conto anche della leggibilità.

Questo significa che un contenuto breve, completo e non ridondante può avere maggior efficacia di un contenuto lungo, ripetitivo e scritto con un font illeggibile o posto su una pagina web piena zeppa di pop-up e altri contenuti visivi di disturbo.

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