La politica dei dividendi

Giusy Neri

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I dividendi sono la ricompensa che gli azionisti ricevono per aver fornito capitale all’azienda.  Senza il pagamento dei dividendi, le azioni non avrebbero sostanzialmente alcun valore, fatta eccezione per la plusvalenza. Solo la promessa di dividendi futuri fornisce pertanto valore alle azioni, e quindi, secondo gli argomenti convenzionali di alcuni studiosi, le fluttuazioni del valore di un’azione sono causate da cambiamenti nelle aspettative degli investitori sul valore del flusso di dividendi futuri.

I dividendi, che sono pagabili in contanti (o a volte opzionalmente in azioni – “dividendi azionari”), sono fissati a discrezione degli amministratori di solito su base annuale.

La questione fondamentale è dunque come gli amministratori debbano stabilire il livello dei dividendi attuali o pianificare la politica dei dividendi futuri, in modo da massimizzare il valore dell’azienda e quindi massimizzare i rendimenti per i proprietari dell’azienda, gli azionisti.

Il primo parte dal risultato teorico che, in base a perfetti presupposti di mercato, sia i manager che gli azionisti dovrebbero essere indifferenti all’entità dell’attuale annuncio dei dividendi. Le varie ipotesi che portano a questa conclusione possono essere esaminate, portando ad un più profondo apprezzamento delle determinanti del livello dei dividendi nella pratica.

Il secondo approccio parte dall’osservazione empirica che gli amministratori hanno una profonda riluttanza a diminuire il dividendo nel tempo (questo è certamente vero in termini nominali: tuttavia, le diminuzioni reali, come quelle che sarebbero causate dal mantenimento costante del dividendo, sono molto più frequenti).

Gli investitori, pur accettando che i livelli di reddito possano fluttuare nel breve periodo, sembrano fortemente contrari a qualsiasi segnale che indichi che il livello o l’andamento del reddito sottostante possa essere insostenibile.

Una riduzione del dividendo, si sostiene, ha un contenuto informativo particolarmente univoco ed è vista come una forte prova del fatto che i manager ritengono che i livelli di guadagno non possano essere mantenuti, e ha un profondo effetto sulla percezione del mercato del valore dell’azienda.  Una possibile conseguenza aggiuntiva è la crescente minaccia di sostituzione del management attraverso, ad esempio, l’attività di acquisizione o altri mezzi. Di conseguenza, i manager possono fare sforzi eccezionali per evitare una riduzione dei dividendi. Il corollario è che un aumento del dividendo dovrebbe essere fatto solo se i manager ritengono che il nuovo livello sia sostenibile.

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